Le interfacce macchina-cervello offrono nuove opportunità per estendere, tecnologicamente, la cognizione umana. Poter fare un offload di alcune attività cognitiva potrebbe liberare risorse cognitive da poter dedicare alla creatività e alla soluzione di problemi complessi. Ma cosa può succedere nell’accettare questa possibilità? Non è che, come umani, straemmo rinunciando a qualcosa? Cosa andrebbe perso? Cosa potrebbe rimanere del pensare qualora cessassimo di considerarlo una attività ricca di senso, abilità, conoscenze e di tutto ciò per cui siamo accreditati come specie intelligente?
                          
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