Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Reagisci alla perdita del tuo smartphone ritrovando te stesso e gli altri
Ci si può perdere in mille modi diversi. Si può perdere il controllo e la propria vita, perdere se stessi per non perdere il partner, perdersi per mancanza di autostima o per depressione, per eccessiva concentrazione e stress da lavoro, per scoprire il piacere di ritrovarsi, per perdere peso rinunciando alla propria immagine, quando si perde il lavoro. Ci si può perdere al cinema, a teatro, al concerto o in viaggio, quando si abbandona il mondo reale per quello immaginario, esperienziale, sognante e utopico delle storie, del viaggio e dell'immaginazione.
Spegni il dispositivo tecnologico sulla soglia della camera da letto
Ma cosa succede quando ci si sente persi per avere perduto il proprio smartphone? Cosa si sperimenta quando, dopo essersi perduti per una esperienza traumatica dovuta a una malattia o a una depressione, ci si perde per molto meno provando sentimenti simili di tristezza, irritabilità, angoscia e senso di vuoto? Esattamente ciò che capita a coloro che hanno visto volatilizzarsi il loro dispositivo mobile nelle mani di un mariuolo o lo hanno semplicemente perduto. Un evento non frequente ma che può capitare, che trasporta persone sempre connesse dall’essere always on al sentirsi sole, isolate dal mondo, incapaci di comunicare e praticare forme di fuga diverse da quelle dei mondi digitali e virtuali di Internet e dei social network, dei videogiochi e delle Realtà Virtuali online.
Senza lo smartphone alcuni sperimentano la perdita di se stessi come conseguenza di un ritorno non voluto alla realtà, della impossibilità di fuga in mondi virtuali e paralleli, della mancanza di distrazioni alla portata di un click o di un touch. La perdita fisica del dispositivo può generare uno shock con stress persistente (nomofobia), causa di sofferenza, perdita di senso e orientamento. Fa sentire persi e infelici, destabilizzati e in difficoltà a cercare, trovare e usare strumenti alternativi e non tecnologici.
La preoccupazione nasce dalla quasi certezza di non potere ritrovare (50/50) il proprio dispositivo e dalla convinzione assoluta che qualcuno abbia tentato di accedere a dati privati e personali. Ci si lascia trascinare nell’infelicità come quando si è in depressione e con reazioni simili: gesti compulsivi, perdita di controllo delle emozioni, difficoltà a concentrarsi su qualcos’altro, stress, ansia e colpevolizzazione di se stessi. Reazioni che possono sembrare esagerate a persone normali che usano il loro dispositivo come semplice strumento, o almeno pensano di farlo. Persone che tengono lo smartphone in tasca, che non fanno la coda per ogni nuovo modello di iPhone o Galaxy, che non controllano ogni secondo le notifiche ricevute e che non amano fotografare o auto-riprendersi con selfie vari.
Queste persone, normali lo sono fino alla perdita del loro smartphone. Qualora l’evento dovesse accadere la loro esperienza diventa simile a quella di coloro che lo smartphone lo vivono da sempre in modo molto più impegnativo. Con loro sperimentano la sensazione di essere persi e le emozioni che ne derivano. Passano dal negare a sé stessi che un evento simile possa essere accaduto a loro, all’arrabbiarsi perché è successo e a vivere momenti di sconforto fino a quando non sono riusciti ad elaborare il lutto per la perdita subita.
La soluzione non è alla portata di tutti ma esiste. Consiste nell'approfittare dell'evento per sperimentare la perdita di sé stessi e farlo per libera scelta o divertimento. Un modo per scoprire e accettare talenti e abilità, nuove passioni così come punti di debolezza e fallimenti. Perdersi per ritrovarsi è sempre un’esperienza interiore, in parte spirituale, fondata sulla capacità di guardarsi dentro e di farlo rilassati e con lentezza, rimanendo sempre autentici e lontani dalle numerose maschere con cui si recitano molte vite reali e soprattutto virtuali. Provare per credere!